In caso di sinistro stradale la valutazione della condotta del danneggiato è di imprescindibile rilevanza in quanto tale comportamento, se colposo, può escludere la responsabilità dell’ente gestore della strada o stabilire un concorso di colpa del danneggiato stesso valutabile ex articolo 1227, primo comma, c.c.. La Suprema Corte di Cassazione con sentenza n. 15859 del 28 luglio 2015 ha ribadito la necessità, anche in caso di danni provocati dall’omessa custodia e manutenzione della strada da parte dell’ente proprietario, di ricercare ed analizzare probabili concause, prima tra tutti la condotta tenuta dal danneggiato stesso. L’eventuale responsabilità dell’ente va analizzata sempre tenendo presente l’eventuale fatto colposo del danneggiato, elemento quest’ultimo che deve ben essere valutato dal giudice al fine di individuare se ha inciso sul nesso eziologico. Ciò in virtù dei principi generali disposti dal nostro ordinamento e, in particolare, dall’art. 1227, per il quale, se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l’entità delle conseguenze che ne sono derivate ovvero può essere completamente escluso nel caso il danneggiato avrebbe potuto evitare il danno stesso usando l’ordinaria diligenza.